TRUESIGHT
Mondo di Illusioni
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Lilia ha sedici anni, ha appena perso suo padre e la vita non vuole darle tregua. L'autunno è appena iniziato e la scuola è già un fardello troppo pesante.
Alle sue amiche basta la vista di Emanuele per dimenticare ogni problema. Lei, però, ha altro a cui pensare.
Specialmente quando riceve una lettera che sembra inviata dai servizi segreti.
Deve fuggire, mettersi in salvo... Ma da cosa?
Nessuno è ciò che sembra, nemmeno lei.
E questo è solo l'inizio.
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CAPITOLO 2
Il messaggio si svela davanti ai miei occhi. È tutto vero. Riesco persino a sentire il suono dell’impatto con la realtà. Le mie mani tremano e mi sembra di aver appena fatto una scorpacciata di sabbia arida e ansia galoppante. Deglutisco a vuoto e leggo le poche righe sul foglio. Sono scritte a mano, in una grafia chiara e senza fronzoli.
CAPITOLO 3
Ricordo bene le istruzioni del messaggio che ho trovato nell’armadietto. Per qualche motivo, è come se fossero tatuate nella mia mente.
«In teoria dovrei... Dovremmo raggiungere il parcheggio. Ma è proprio dall'altra parte rispetto a dove siamo.»
Emanuele solleva lo sguardo. «E non possiamo volare, in teoria.»
CAPITOLO 4
«Ha un documento?»
La richiesta dell'uomo alla reception mi fa defluire il sangue dal volto.
Faccio scattare una mano sulla tasca, ma lo so già: no, che non ce l'ho.
«Mi dispiace, non...»
«Oh, mi scusi» L'uomo controlla qualcosa sul computer, batte sui tasti un paio di volte e poi si volta aprendo un cassetto. «Lei è già stata registrata. Ecco il suo documento, la collega deve essersi dimenticata di riconsegnarglielo.»
CAPITOLO 5
Emanuele non può che accorgersi della mia reticenza.
Solleva le mani e fa un passo indietro. «Se non vuoi parlarmene, va bene, Lilia. Dimmi se vuoi che io faccia qualcosa o se preferisci che me ne vada.»
Nel mondo di illusioni in cui mi sembra di essere precipitata, tutto quello che posso fare è essere sincera. Non c’è altra arma che la verità di fronte alle ombre che mi assediano.
CAPITOLO 6
Le coordinate della lettera di mio padre si riferivano alla Stazione Termini, mi è bastata una semplice ricerca su internet per scoprirlo. Il resto mi è parso più complicato, ma mi sono fidata del mio istinto e ho pensato che avrei capito cosa fare una volta arrivata a destinazione. E così è stato.
«Uno, B, ottantadue.» Leggo sul cartello con la pianta della stazione.
CAPITOLO 7
Ho vissuto in così tanti luoghi, ho assunto apparenze fra le più diverse. Innumerevoli forme di vita di cui conservo l'esperienza e il più profondo ricordo. Eppure, l'essere umano le supera tutte. Ancora oggi, mi chiedo se sono in grado di esserlo fino in fondo. C'è qualcosa in loro, una contraddittorietà forse apparente, una profondità che continua a sfuggirmi. Come una magia a cui anche io voglio appartenere.
«A che pensi?»
La voce di Lilia mi scuote dalle mie riflessioni.
CAPITOLO 8
Mi sveglio di colpo, in preda al panico. Il cuore mi batte forte e la mente è offuscata dal buio totale.
«Lilia, tutto bene. Sono qui.»
Mi sento prendere la mano e resto di sasso quando metto a fuoco il volto di Emanuele. È seduto accanto a me, sul bordo del divano. Le tapparelle sono alzate e, dalle tende, filtra la luce del mattino.
«Che è successo, noi...?!»
CAPITOLO 9
«Per questo sei diverso da tutti gli altri.»
Non so che effetto mi fanno le parole che ha appena pronunciato. Tutta la mia esistenza è stata un continuo replicare l'aspetto altrui.
Per molto tempo, non mi sono nemmeno posto domande. Ero niente, ero tutti. Che importava? Sono cambiato da allora, eppure la mia identità mi sembra ancora una chimera.
CAPITOLO 11
La porto via da quel palazzo impregnato di morte. Via dai predatori che la braccano. Vorrei trascinarla lontano da tutto questo. Mostrarle altri mondi, lì dove sarebbe al sicuro. Ma non posso, non c’è modo di scappare. Non ancora.
Intorno a noi le persone camminano lungo il marciapiede, bevono aperitivi seduti ai tavoli, si fermano ad ammirare le lussuose vetrine del centro.
Non sanno che succede dietro il velo della loro realtà.
CAPITOLO 12
La giornata più brutta della mia vita. Non c'è un altro modo per definirla. A che è servito scoprire che la morte di mio padre è stata una farsa, quando ho perso mia madre davanti ai miei occhi? Di fronte a tutto questo, aver dovuto bussare alla porta della donna più bella che io abbia mai visto, non dovrebbe essere un granché.
Invece lo è.
CAPITOLO 13
Da quando non dormivo così bene? Da mai, tipo. Me l'ero sempre immaginata catastrofica la mia prima volta, al punto che avevo pensato persino di togliermi il pensiero col primo che capitava.
Invece, anche se sono un po' indolenzita, è stata un sogno. Mi stiro come una gatta fra le lenzuola e osservo i meravigliosi affreschi che richiamano la natura e il paesaggio marino.
Tutto così bello, ma basta un attimo per cadere nel panico.
CAPITOLO 14
La conduco nel piccolo porto privato di Calipso. Ci sono una decina di imbarcazioni ormeggiate accanto alle quali stazionano alcuni uomini vestiti di nero. Lilia si tiene aggrappata al mio braccio, in silenzio. Il mare è calmo come una macchia d'olio e l'orizzonte è poco più di una linea che si confonde con la notte.
Mi chiedo se sto facendo la cosa giusta. Le sue parole sono rimaste impresse a fuoco dentro di me.
CAPITOLO 19
L’aria sembra più pesante mentre corriamo lungo i corridoi allagati. L’acqua ci rallenta, ma non possiamo permetterci di fermarci. Ogni passo è una sfida, e ogni suono di metallo che si piega o di qualcosa che crolla mi fa sobbalzare. Mi costringo a guardare avanti, a concentrarmi sulla prossima curva, sul prossimo obiettivo. Ma dentro di me tutto è un caos.
CAPITOLO 21
Il sottomarino sobbalza leggermente, un sussulto quasi impercettibile, seguito dal rumore dell’acqua che si ritrae dolcemente attorno allo scafo.
Mi stacco da Emanuele con riluttanza, sentendo ancora il calore del suo corpo sulla mia pelle, un’eco del momento rubato tra il sonno e la veglia. Ma non c’è tempo per lasciarsi andare a pensieri superflui.
CAPITOLO 22
L’acqua mi avvolge come una seconda pelle. All’inizio è un abbraccio freddo, pungente, ma poi diventa parte di me come se lo fosse sempre stato.Lascio che la mia forma si adatti: le membra si allungano, la pelle si ispessisce in squame traslucide, le palpebre si sdoppiano in membrane, e i polmoni smettono di cercare aria.Respiro acqua. Respiro silenzio.