BLOODS
Chi diceva di amarla si è rivelato un mostro. Le ha strappato la vita e l’ha condannata all’eternità come creatura delle tenebre.
Ora lui la cerca. Ma non è l’unico.
Antonia è una dingir, anche se pochi la chiamano così. L’umanità le ha dato molti nomi: revenant, vampira, zombie—etichette nate dal folklore, ignorando quanto siano reali. Lei lo ha scoperto troppo presto, quando era solo una ragazza innamorata di un mercenario dagli occhi neri come la morte. Non sapeva che quell’amore avrebbe segnato la sua fine e il suo inizio: una vita sospesa tra la notte e la sete.
Per secoli ha vagato, prigioniera del dolore e del senso di colpa.
Finché un incontro straordinario non ha riscritto il suo destino.
Un giovane umano, il cui sangue e il cui cuore portano impressa una verità che li lega, fin dal codice stesso della sua esistenza.
La terra la rifiuta, il cielo la teme.
Ma è l’amore la sua vera condanna.
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Capitoli

Capitolo 1
Appena il profumo la sfiorò, le narici di Antonia fremettero. Era caldo, metallico e intriso di un’eco antica, qualcosa che strisciava sotto la pelle e vi si annidava come un sussurro blasfemo. Rivolse lo sguardo nella direzione da cui proveniva, e la luce morente della luna affondò nei suoi occhi neri, vuoti come orbite scavate nella pietra. Le sembrò di vedere quell’odore: una scia purpurea, serpeggiante tra i vicoli umidi di una Roma che pulsava come una ferita mai rimarginata.

Capitolo 2
Antonia fece scattare il cappuccio dell’accendino d’argento che stringeva nella mano. Non era riuscita a cavare nemmeno il nome dal cadavere ambulante che si stava portando dietro. La ragazza continuava a raccontare una storia su una clinica, un tentativo di aborto e la fuga da un qualche paese straniero non identificato.

Capitolo 3
«Hai fatto bene a portarla qui» esordì la matrona Eliana, osservando la bambina con i suoi piccoli occhi a mandorla.
Ostentava una calma glaciale, ma Antonia notò il movimento nervoso delle mani ossute che si lisciavano i lunghi capelli neri. Osservò il vistoso anello a forma di serpente che portava all'anulare: senza dubbio era un oggetto adatto a lei. Di certo stava già pensando a come usare quella faccenda per aumentare la sua influenza sugli altri Conservarii.

Capitolo 4
Quando raggiunse la sua meta erano trascorse due notti dalla profanazione del Conservarium. Aveva viaggiato leggera e si era cibata del sangue di animali selvatici, pur di non fare deviazioni al suo percorso. Aveva ancora quel sapore di melma in bocca e avrebbe voluto mettere i denti su un ben altro tipo di pasto. Scacciò quel pensiero dalla mente e spostò la sua attenzione sul luogo in cui si trovava.

Capitolo 5
Per il ritorno aveva dovuto fare una deviazione per cibarsi di sangue umano. L’alternativa era rischiare di indebolirsi al punto da non riuscire più a procurarsi una vittima, quindi, aveva scelto un vecchio contadino e lo aveva dissanguato nel sonno. Disfarsi del cadavere era stato facile: lo aveva scaraventato giù da un dirupo, affidando agli animali il resto.